SCRIVERE

Per quanto questo sito presenti una evidente impronta video e fotografica, in realtà tutto ha avuto inizio con la scrittura, come corrispondente dalla Castellana, per la redazione di Treviso del Gazzettino. Tra il 2003 e il 2005 mi sono occupato di cronaca giudiziaria, bianca, nera e lavorato a inchieste di varia natura, dalla sanità allo sport, con qualche excursus nella pagina culturale.

All’epoca frequentavo ancora l’Università, riuscendo comunque ad accordare i tempi della scrittura agli impegni dello studio. Non so perché, ma ancora oggi conservo gran parte dei ritagli dell’epoca e proprio non riesco a disfarmene. Sarà la leggerezza di quella carta da quotidiano, forse la difficoltà ad accettare la transizione al web. Oppure è una forma di imposizione, per non scordare i primi pezzi. Di fatto però a casa c’è un raccoglitore infilato da qualche parte, pieno di frammenti di carta scampati più volte al rogo.

Qualche tempo dopo aver firmato il primo servizio, mi sono convinto dell’importanza della fotografia nel lavoro giornalistico, sopratutto quando si rimane sul campo a lungo. Poco importa se ci si trova tra i paeselli della Marca Trevigiana o in vista del Khyber Pass. Per quanto mi riguarda, unire scrittura e fotografia è una condizione essenziale. Pertanto, da quasi quattro lustri, qualsiasi storia io racconti – a eccezione dei pezzi di analisi – lo faccio intervallando l’indagine giornalistica al reportage fotografico. Richiede un po’ più di tempo, certo, ma mi piace pensare sia uno stratagemma efficace per avvicinare meglio il fuoco della storia, per entrare un po’ più dentro i fatti. A questo si è aggiunto il documentario. Mezzo di narrazione cui mi sono avvicinato per passione, nel 2004, partecipando a un corso monografico, per diventare poi – dal 2017 circa – parte integrante del mio lavoro, un mezzo oltremodo efficace per coniugare la parola (e la scrittura) alle immagini in movimento. 

Scrittura quindi, unita alle immagini, rigorosamente sul campo, a sviluppare progetti a medio-lungo termine. Non chiedo altro.