Palestina, resistere malgrado tutto
Da Gerusalemme a Ramallah, da Ebron a Nablus, vivere in Palestina malgrado il muro. Uno degli aspetti più sorprendenti dei palestinesi è la loro ferma determinazione a non lasciare la propria terra. Subiscono ristrettezze e privazioni tali da giustificare la fuga, lontano dalla Terra Santa. Tuttavia, in Palestina la vita continua come forma di resistenza, più forte della lotta armata. In casa mancano soldi e lavoro, ma i genitori mandano i figli all’università sostenendo rette più costose delle nostre. Città come Hebron sono soffocate dall’esercito, ma i venditori continuano ad esporre souvenir ammuffiti, in attesa dei turisti che non arrivano. E il venditore di tè, con il suo negozietto di fronte alla base israeliana, costretto a chiudere ogni 15 giorni, per riaprire l’indomani. Poi la famiglia cristiana di Betlemme: padre falegname, un figlio medico, l’altro laureato in business management e la figlia insegnante di informatica, che si guadagnano da vivere intagliando presepi nel legno d’ulivo. (reportage del 2007). Articolo sulla Palestina per EastWestOnline, qui.