Jalozai, qui arriva l’esodo pachistano

Continuano gli scontri tra forze di sicurezza pakistane e militanti Talebani nei distretti di Swat e Lower Dir. Siamo nel Nordovest del paese, lungo l’indefinito confine che separa il Pakistan dal vicino Afghanistan, a soli 130 chilometri dalla capitale Islamabad. I giornali stranieri parlano di guerra civile, con il numero delle vittime in rapido aumento da due settimane a questa parte, quando l’offensiva dell’esercito è entrata nel vivo.

A dare il via alle operazioni, era stata l’incursione di nutriti reparti ribelli a sud dello Swat, fino alla città di Buner, ad appena 100 chilometri dalla capitale e dall’arsenale atomico pakistano. La presenza dei militanti islamici a Nordovest è aumentata al punto tale da originare una sorta di stato nello stato, regolato dalla sharia, la legge coranica, concessa da Islamabad ai tribunali locali.

In contemporanea migliaia di sfollati fuggono dalle aree interessate dagli scontri. Si muovono con qualunque mezzo, arrivando a Peshawar, città fulcro dell’esodo, dove sorge uno dei più importanti campi profughi del Pakistan: Jalozai.

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