EMANUELE CONFORTIN

Giornalista, fotogiornalista e documentarista indipendente. Dal 1998 mi occupo di Asia Meridionale e dal 2008 di Medio Oriente. Tratto in prevalenza di aree di crisi, di migrazioni, di cambiamento climatico e di minoranze ai margini della società moderna. Come metodo di lavoro prediligo l’indagine diretta con lunghe permanenze sul campo, intrecciata all’analisi geopolitica dei contesti in cui opero.

Ho lavorato in Cina, Iran, Iraq, Turchia, Grecia, Palestina, Balcani e Francia, ma India, Pakistan e il resto dell’Asia Meridionale sono il mio contesto ideale. I materiali realizzati nel tempo sono stati pubblicati su quotidiani e periodici, online e cartacei, in Italia e Svizzera, con qualche intervento in radio. Da un po’ di anni mi dedico con crescente impegno alla realizzazione di documentari di taglio giornalistico e antropologico.     

A partire dal 2008 ho iniziato a occuparmi con continuità all’indagine delle dinamiche migratorie, dall’Asia al Mediterraneo. Parte del lavoro è raccolta nel libro “Dentro l’esodo, migranti sulla via europea” (Antigaedizioni 2017. isbn. 978-88-99657-71-0), cui si affianca l’esposizione fotografica “Dentro l’esodo”. Per EastWestOnline ho curato il blog “Esodi”.

Tra marzo 2017 e gennaio 2018 ho lavorato a “Back to Life in Iraq”. Per settimane ho seguito l’artista cristiano siriaco Matti al-Kanun nel recupero di alcuni dipinti abbandonati nella sua casa a Bartella (vicino a Mosul) e nella riparazione degli squarci inferti alle tele dai jihadisti dello Stato Islamico. Ne è uscito il documentario “Back to Life in Iraq e l’omonima rassegna che unisce gli scritti e le fotografie realizzati sul campo, alle opere “salvate” dall’artista. Progetto presentato in prima assoluta all’Oratorio di San Ludovico e all’Isola di San Servolo, a Venezia, tra febbraio e aprile 2018.

Il progetto della mia vita è iniziato nel 2003, durante gli studi in Lingue e Civiltà Orientali (Università Ca’ Foscari di Venezia). All’epoca ho svolto attività di ricerca nel distretto tribale del Kinnaur (Himachal Paradesh, India) concentrandomi sulla figura dei Grokch, gli oracoli di questo remoto territorio himalayano, posto a ridosso del delicato confine tra India e Cina (Tibet). Parte dell’etnografia è stata pubblicata in “Mostri, spettri e demoni dell’Himalaya” (Meti Edizioni, 2016. isbn. 978-88-6484-022-2) curato da Stefano Beggiora. Nel 2018 e 2019 ho realizzato la fase conclusiva del lavoro rientrando in Kinnaur e Spiti. L’obbiettivo è stato cogliere il polso della comunità Kinnauri, oggi di fronte a uno spartiacque epocale, il cui centro prende nomi quali modernità, sviluppo e globalizzazione. Il materiale raccolto è il portato di un lavoro sul campo diretto a trasmettere il “qui e ora” dei cambiamenti sociali in atto, pubblicati nel libro “Kinnaur Himalaya, al confine tra ordine e caos” (Antigaedizioni, aprile 2019) e nel lungometraggio “Kinnaur Himalaya (febbraio 2020), presentato in prima mondiale alla 68. edizione del Trento Film Festival (2020) e in seguito al International Festival of Ethnological Film di Belgrado (2020), al Torello Mountain Film Festival di Barcellona (2020).

Tra marzo e giugno 2020 ho lavorato a Venezia per raccontare il lockdown e soprattutto l’impatto che un modello economico (quasi) unidirezionale sta avendo sulla città in termini di prospettive future e di residenzialità. Il lavoro ha richiesto diverse settimane sul campo ed è approdato a tre documentari per il web. Coronavenice è stato pubblicato su Repubblica TV e La Stampa TV. In Venice Veritas (Purgatorio e Paradiso) sono stati pubblicati da Il Manifesto. 

Sono fondatore di Indika.it, dal 2008 uno dei più autorevoli portali italiani su tematiche inerenti il Subcontinente Indiano. Nel tempo libero mi dedico ad arrampicata e alpinismo, attività approfondite anche con interviste e articoli per la stampa specializzata, inclusa Alpinismi.com, rivista online di cui sono cofondatore, centrata sulla montagna e l’alpinismo a 360 gradi.

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